Correre non è solo questione di distanze, ritmi o classifiche, a volte è importante
prendersi del tempo per ascoltarsi e lasciare da una parte i dati.
Nelle diverse proposte di
allenamento che presento agli atleti spesso consiglio di correre a sensazione,
di lasciare a casa il cronometro ormai sempre più polifunzionale, ma sempre meno
calato nella realtà giornaliera di chi fa l’amatore e lavora.Sia nel corso
anche di una preparazione specifica per una maratona, una mezza o comunque al
termine di una fase che ci ha portato ad un obiettivo, il consiglio è quello di
fare qualche uscita ascoltando solo e soltanto i messaggi del proprio corpo.
Via cardio, via gps, via cronometro…si parte e
si corre, forse si va anche più veloce in certi punti, ma ci saranno
punti nei quali il recupero o la diminuzione di velocità verrà gestita
istintivamente.
Si badi bene non sono contro
i programmi sia perché a mio tempo li ho seguiti, li seguo e li propongo, dico
solo che se ogni tanto o corriamo senza gps o lo utilizziamo solo come semplice
orologio da polso questo se in primo tempo potrebbe disorientarci sono certo
che apporterà grandi benefici, primo fra tutti minor rischio di infortuni.
Altra cosa che
consiglio, anche perché non l’ho mai fatta, è l’ossessione di vedere cosa hanno
fatto gli altri andando su Strava( per fortuna quando ho iniziato a correre non
c’era ed il confronto lo si faceva in gara…chi vinceva quel giorno era il più
forte o il più veloce). La corsa, se si esclude la staffetta, è uno sport
individuale. Se il tutto viene preso come un gioco, parlando del confronto…perfetto
altrimenti alla lunga può diventare deleterio.
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