È quindi necessario in inverno sottoporsi ad un periodo di
preparazione generale e comunque anche il mantenere, durante i periodi
agonistici, non guasta.
Troppi o molti atleti che corrono solo i trail dimenticano questi fondamentali e si preparano solo con la corsa lenta lunga che
se da un lato va bene dall’altro non è il metodo più redditizio in
termini di prestazioni o versatilità.
Inoltre a lungo andare può essere anche
causa di dolori muscolari e addirittura regressione.
La maggior differenza che si riscontra tra chi corre
gare trail e chi altre forme di corsa si trova nella presenza di salite, più o meno ripide
e più o meno lunghe. Al dislivello inoltre si aggiungono i tempi di gara spesso lunghi (da 2 ore a 10_20_30 ore e oltre).
La specificità del trail training_ Imparare a correre in discesa
Il problema della forza muscolare è una priorità rispetto ad altre discipline di corsa a causa delle
forti contrazioni eccentriche e l'allungamento
del muscolo indotto dalle discese. Queste sono le stesse contrazioni che
generano dolori e che vengono, o possono essere, avvertite il giorno dopo una gara con forti
discese.
È quindi necessario programmare allenamenti reali di discese rispettando la logica della progressività e dell'individualizzazione che poi è la base di ogni programmazione
di allenamento.
Dare la
priorità a un lavoro specifico
Il lavoro di
"resistenza del muscolo" deve essere oggetto di allenamenti reali.
Occorre predisporre un lavoro di preparazione fisica
generale che si abbini ad una preparazione fisica specifica, tipo la pliometria. Questo
lavoro deve essere al centro dell'allenamento durante i mesi invernali e mantenuto
durante tutto l'anno combinando con sessioni di discese brevi e lunghe.
Attenzione, queste sessioni andranno posizionate durante
la settimana e se possibile seguite da un riposo totale di 24 ore o da una
corsa lenta su terreno morbido, erba, sterrato…evitare l’asfalto. Il grado
di indolenzimento muscolare sarà un buon indicatore per l'atleta e l'allenatore
alfine di modulare le sessioni future.
Piede e caviglia!
L’atleta che si
cimenterà nei trail deve avere anche una buona sensibilità del piede ed una
forte caviglia visto che chi corre tali manifestazioni si trova a correre tra i
prati, sui sassi, tra le radici affioranti e tante altre piccole “insidie”.
Situazioni queste che potrebbero essere dannose per un atleta che corre su
strada o in pista . Quindi senza una preparazione specifica adeguata un atleta potrebbe
incorrere in problemi quali le distorsioni. È quindi necessario correre molto in natura e su i diversi tracciati per educare il
piede e rinforzare le caviglie. Il lavoro propriocettivo può essere fatto
per prevenire le distorsioni.
Capire quando e come alimentarsi
Se da un alto correre un trail sotto le due ore può
essere fatto dalla stragrande maggioranza di atleti, meglio sempre con una
preparazione adeguata, questa, la preparazione, diventa di vitale importanza
quando la gara supera i 40_50 km o le 5_6 ore di corsa come importantissima
diventa la modalità per alimentarsi in gara. Quindi occorre “imparare a durare” perché il correre
per diverse ore non si improvvisa. Il consiglio che mi sento di dare ad atleti che comunque
hanno già una buona esperienza è quello di :
- Corsa lunga lenta continua fino a 3 ore su terreno simile alle gare trail;
- Uscite da 3/5/8 ore, sempre su percorsi specifici, alternando camminata e corsa;
- Allenamento incrociato: 1 ora di corsa + 1 ora di bici da ripetere due o tre volte o uscita lunga in bici(3_4 ore) + 1_2 ore di corsa ….
E’ altresi importante
per l’atleta che si cimenta in gare di trail o ultratrail operare con un lavoro
di cross training, ovvero un allenamento che integri altri sport come la
mountain bike, il nuoto o lo sci di fondo. Lavori questi che permetteranno
all’atleta di durare più a lungo ed agevoleranno il recupero post gara .
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