Ho iniziato con i Giochi della Gioventù, partecipando ad una corsa di qualificazione quando ero in 2^ media e da allora non ho più smesso di correre.
Chi corre in pista
come “difficoltà” trova le curve o al massimo qualche siepe_riviera da saltare
invece se ci misuriamo in un trail molto spesso ci imbattiamo nel D+, che
tradotto significa Dislivello positivo.
Nel precedente articolo ho dato dei suggerimenti che
potranno venire utili in gare dove le salite saranno veramente impegnative, qui
ribadisco alcuni concetti:
1.
Lavorare sull’intensità
Obiettivo principale per un atleta da trail è quello di
rafforzare le cosce. Se possibile sarebbe utile pianificare un allenamento a settimana
con 6_8 variazioni in salita di 2’_3’, magari facendo una macchina di 3_4_5
atleti. Un’ alternativa può essere quella di salire gli scalini a due a due
correndo. Il recupero per tutte e due le possibilità è il ritorno in discesa .
2.
Lavorare sulla
resistenza
Fare brevi
escursioni di alcune ore. Per una scelta escursionistica il percorso dovrà presentare salire di 3_4 km
in modalità camminata mentre nelle parti in discesa è consigliabile correre
lentamente. Tale lavoro sarrebe farlo in natura in quanto si andrebbero a
sviluppare capacità di equilibrio e propriocezione. Quindi si cammina mentre si sale, si corre lentamente in discesa e in
piano.
3.
Rullata
del piede
Quando si approccia
un tratto in salita la prima sensazione è quella di correre in avampiede…ma
cosi facendo qualora poi la salita fosse anche lunga la sensazione di fatica non
tarderà ad arrivare. Meglio sarebbe avere un appoggio di mezza pianta,
sfiorando il tallone alla terra, per poi passare alla spinta di avampiede.
4.
Usare
bastoncini
![Risultati immagini per uso dei bastoncini nei trail](https://correre.s3.amazonaws.com/app/uploads/2018/03/Senza-titolo-1-1000x650.jpg)
5.
Non preoccuparti
se in gara camminerai
Per chi proviene dalle corse su strada, e affronta un
trail con salite impegnative, pensa che in una gara trail non si debba camminare.
Per esperienza personale posso dire che si cammina e le prime vote ci si
arrabbia anche con noi stessi, poi….poi ci rendiamo che sono in tanti coloro
che in alcuni tratti camminano. Tale scelta non va considerata come un
fallimento, ma come mossa strategica per salvare le energie. Ci sono pendenze e
pendenze e il consiglio , almeno le prime volte, è di camminare quando le
pendenze iniziano a superare il 15_20%. Dipende poi da quanto è lunga la
salita. Quando parlo di camminata intendo una camminata sportiva, dinamica. In
salita inoltre la postura differisce notevolmente da quella si una corsa in
pianura. Il corpo è leggermente piegato in avanti, le mani poggiano
sulle cosce per alleggerire lo sforzo degli arti inferiori e favorirne la
spinta in avanti; il passo è un pelo più lungo. L'inclinazione è naturale e
risponde alla necessità di adattarsi all'inclinazione del pendio limitando il
livello di forza necessario per andare avanti. Tuttavia, non è necessario
chiudersi troppo in due perché il diaframma verrebbe compresso, il che non
facilita la respirazione, quindi l'ossigenazione del corpo e quindi dei
muscoli.
Giovanni Schiavo
Giovanni Schiavo
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