Nel post precedente
avevo scritto che sarei ritornato sull' argomento “acido lattico”…e siccome
ogni promessa è un debito, vado a sdebitarmi.
Chi corre, sia che sia un assoluto o un semplice
podista amatoriale, sarà stato certamente preda dei crampi derivanti
dall’accumulo di acido lattico.
Vediamo, con semplici parole, di definire che cos’è l’
acido lattico (a.l.) .
Fisiologicamente è un acido prodotto dalla
degradazione delle molecole di glucosio (glicolisi) quando quest'ultima viene
effettuata in assenza di ossigeno (anaerobico).
Provo a questo punto anche a dare un'informazione,
su come funzionano i nostri muscoli, necessarie per spiegarmi meglio.
I muscoli per contrarsi hanno la necessità di avere
dell’energia e la trovano nelle molecole di ATP (adenosintrifosfato). Aerobicamente,
la degradazione di una molecola di glucosio produce 38 molecole di ATP, mentre
nel glucosio anaerobico viene convertito in acido lattico con produzione di
sole due molecole di ATP.
Intervallato, soglia e resistenza
Detto ciò si evince che l'acido lattico appare quando
l'intensità dello sforzo richiede un'energia tale che l'apporto di ossigeno
diventa insufficiente a soddisfare la necessaria glicolisi. Possiamo anche
affermare che tale comportamento corrisponde al valore soglia dell'allenamento
o durante i lunghi sforzi, cioè quando la fatica è tale che i meccanismi
metabolici e meccanici non svolgono più correttamente la loro funzione.
Come evitare, limitare o rallentare la produzione
dell’a.l. è possibile ma solo tramite un
corretto allenamento che consiste nell’eseguire :
1) L'allenamento
intervallato che sviluppa le capacità di ossidazione del glucosio nelle
molecole di ATP e quindi aumenta il consumo massimo di ossigeno (VO2 max). Tale
allenamento permette di alzare la "soglia" da cui inizierà a formarsi
l'acido lattico.
2) L'allenamento
a soglia permette all'organismo di abituarsi a lavorare al limite delle sue
massime facoltà ossidative per ritardare il passaggio al metabolismo anaerobico
con produzione di acido lattico.
3) L'allenamento
di resistenza, cioè strettamente aerobico permetterà al corpo di mantenere
più a lungo una percentuale elevata di VO2 max e quindi controllare i
fenomeni di fatica che disturbano l'ossidazione del glucosio con produzione di
acido lattico.
Tuttavia
pur essendo l’acido lattico responsabile di molti disturbi tra cui crampi e
dolori muscolari, questi crampi e dolori muscolari sono anche il frutto di
lesioni della membrana delle cellule muscolari indotte dall'affaticamento
stesso e non dall'acido lattico.
Aiutiamoci a smaltire l'acido lattico: massaggio e corsa leggera
Una delle soluzioni per migliorare o limitare gli
svantaggi dell’a.l. è quello di un massaggio leggero per stimolare la
circolazione del sangue muscolare combinando il tutto con una corsetta leggera.
Tuttavia
ci vorranno diversi giorni per riprendersi dalle
lesioni della membrana se queste si sono verificate dopo aver corso per lunghe
distanze o in gare con terreni molto
accidentati, inclusa la discesa.
Alla fine, gli inconvenienti derivanti dalla
produzione di acido lattico dallo sforzo che ha superato le capacità aerobiche
dell'organismo possono essere facilmente combattuti con queste semplici misure
e con un allenamento corretto che consente di ritardarne e limitarne la
produzione.
Giovanni Schiavo
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