Non ho una media
precisa anche se penso che un buon 30% di coloro che corrono ogni hanno va
incontro a pause forzate dovute ad infortuni.
Le patologie più
ricorrenti ovviamente colpiscono gli arti inferiori. Una varietà di cause
può essere proposta per spiegare il verificarsi di un infortunio: peso, volume
di allenamento, rigidità dei muscoli posteriori della coscia, scarpe,
ecc.
Ecco alcuni
consigli pratici e concreti, derivati dall’esperienza maturata sul campo, per evitare o quanto meno ridurre gli infortuni.
a - Progressività
Qualunque sia il livello
dell’atleta , l'allenamento deve essere
soprattutto progressivo sia in durata che in intensità . E’ necessario costruire una solida base di resistenza
attraverso un lavoro a bassa intensità prima di introdurre allenamenti più
intensi e voluminosi.
Il corpo si adatta finché lo stress applicato
non è maggiore della sua adattabilità.
b - Diversificare i lavori
È importante pianificare variazioni nel carico di lavoro,
sia nella settimana che nel mese e nell'anno. Per un principiante consiglio
sempre di alternare un gg di riposo ad gg di allenamento mentre con altri alterno
le sessioni diverse . Su una scala mensile sarebbe bene pianificare almeno una(1)
settimana di riposo relativo o di minor carico.
A livello di anno
invece, solitamente si può pianificare e suddividere l'allenamento in 4 periodi specifici :
preparazione generale, preparazione specifica, periodo competitivo, periodo transitorio o rigenerazione.
È inoltre
necessario variare le superfici di
allenamento mescolando traccia, strada e percorsi.
c - Recupero
Il recupero fa parte dell'allenamento, lo ripeto spesso a chi seguo anche se per
alcuni sembra che fare un gg di riposo sia un mancato allenamento. Di norma per
garantire un adeguato recupero tra le diverse sessioni cerco di tenere questa
linea ossia : a) da 12 a 24 ore di
recupero dopo una sessione di resistenza; b) da 24 a 48 ore dopo l'allenamento
a intervalli all'80-90% VMA o all'85-95% FCM; c) 48 ore dopo una lunga gita ;
e) da 48 a 72 ore dopo frazionario intorno a VMA o 95-97% FCM.
E’ tuttavia necessario
capire chiedendo sempre le sensazioni all’atleta in quanto occorre far si che
sia l’atleta stesso a valutare se è il caso o meno di affrontare un certo tipo
di lavoro qualora non avesse ancora recuperato.
In effetti, coloro
che continuano a correre quando sono troppo stanchi modificano inconsciamente
il loro stile di corsa, con un aumento del movimento di fianchi, ginocchia e
caviglie e pertanto aumentando il rischio di lesioni.
d - Rispetto del riscaldamento
E’ fondamentale fare un buon riscaldamento …un’esempio: 15’_20’ di corsa lenta , seguono alcuni minuti di stretching ed esercizi di tecnica di corsa per con 4_6 allunghi facili di 60_80 m con ritorno
indietro in leggera souplesse.
e - Cross training
Andare in bici e
nuotare possono essere usati come mezzi allenanti in alcunbi periodi della stagione
in quanto permettono di non caricare sulle articolazioni ,
inoltre il semplice fatto di variare le discipline favorisce il riposo
attivo di muscoli, tendini e articolazioni utilizzati nella corsa e riducendo
pertanto il rischio di lesioni.
f - Core training
Il lavoro "core training", rafforza i muscoli "centrali" e
posturali del corpo, vale a dire la cintura addominale . Questi
hanno un ruolo importante nell'equilibrare il bacino e la colonna vertebrale, nel
sostenere l'intera parte superiore del corpo e nel fornire una buona
solidarietà tra gli arti inferiori e superiori proteggendo la parte bassa della
schiena.
g - Frequenza anziché ampiezza
Una grande ampiezza
di falcata aumenta la fase di appoggio_spinta e quindi un maggior lavoro muscolare. Al
contrario, una falcata più
frequente avrà un impatto positivo sulla prevenzione degli infortuni :
le oscillazioni verticali diminuiscono, il supporto del piede non viene portato
davanti al baricentro, riducendo così la frenata sul terreno e la forza
esercitata sul corridore è meno importante ad ogni pressione.
Nei vari testi si
legge che il passo ottimale è di circa 90 cicli del passo completi, ossia una frequenza del passo ideale di 180 +/- 10
passi al minuto.
Questa è una media perché in
parte dipende anche dalla biomeccanica di ogni persona e dal ritmo di gara!
h - Attacco del mesopiede
Gli atleti che in
corsa appoggiano per primo il tallone hanno
sicuramente maggiori probabilità di
incorrere in un infortunio. Coloro che invece appoggiano sull'avampiede o
sulla parte mediana dello stesso riducono il carico della forza su ginocchia e
fianchi o attraverso il tendine rotuleo e femoro-rotuleo questo perché
utilizzano prevalentemente piedi, caviglie e polpacci.
Importante
verificare l’usura delle proprie scarpe.
i - La giusta tecnica di corsa
Dedicare 10’_20’ per
2-3 volte a settimana ad esercizi di tecnica
di corsa può fare la differenza.
Per tornare poi sul
discorso della frequenza , che come abbiamo scritto sopra si dovrebbe aggirare
sui 180 +/- 10 passi al minuto,
ci si può preparare in diversi modi come
scaricando una musica ritmica a 180 bpm e
basare la frequenza del passo su di essa, correre sul tapis roulant e mantenere la frequenza del passo di circa 180
al minuto a diverse velocità di corsa..ecc.
Giovanni Schiavo
Se poi vuoi altre informazioni o hai domande relative ad un programma personalizzato inoltra una mail a giovannischiavo@virgilio.it
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