lunedì 18 maggio 2020

ALCUNI CONSIGLI PER EVITARE LESIONI



Non ho una media precisa anche se penso che un buon 30% di coloro che corrono ogni hanno va incontro a pause forzate dovute ad infortuni.
Le patologie più ricorrenti ovviamente colpiscono gli arti inferiori. Una varietà di cause può essere proposta per spiegare il verificarsi di un infortunio: peso, volume di allenamento, rigidità dei muscoli posteriori della coscia, scarpe, ecc. 
Ecco alcuni consigli pratici e concreti, derivati dall’esperienza maturata sul campo,  per evitare o quanto meno ridurre gli  infortuni.

a - Progressività
Qualunque sia il livello dell’atleta , l'allenamento deve essere soprattutto progressivo sia in durata che in intensità .  E’ necessario costruire una solida base di resistenza attraverso un lavoro a bassa intensità prima di introdurre allenamenti più intensi e voluminosi. 
Il corpo si adatta finché lo stress applicato non è maggiore della sua adattabilità

b - Diversificare i lavori
È importante pianificare variazioni nel carico di lavoro, sia nella settimana che nel mese e nell'anno. Per un principiante consiglio sempre di alternare un gg di riposo ad gg di allenamento mentre con altri  alterno le sessioni diverse . Su una scala mensile  sarebbe bene pianificare almeno una(1) settimana di riposo relativo o di minor carico. 
A livello di anno invece, solitamente si può pianificare e suddividere l'allenamento in 4 periodi specifici : preparazione generale, preparazione specifica, periodo competitivo, periodo transitorio o rigenerazione. 
È inoltre necessario variare le superfici di allenamento mescolando traccia, strada e percorsi.

c - Recupero
Il recupero fa parte dell'allenamento, lo ripeto spesso a chi seguo anche se per alcuni sembra che fare un gg di riposo sia un mancato allenamento. Di norma per garantire un adeguato recupero tra le diverse sessioni cerco di tenere questa linea ossia : a) da 12 a 24 ore di recupero dopo una sessione di resistenza; b) da 24 a 48 ore dopo l'allenamento a intervalli all'80-90% VMA o all'85-95% FCM; c) 48 ore dopo una lunga gita ; e) da 48 a 72 ore dopo frazionario intorno a VMA o 95-97% FCM
E’ tuttavia necessario capire chiedendo sempre le sensazioni all’atleta in quanto occorre far si che sia l’atleta stesso a valutare se è il caso o meno di affrontare un certo tipo di lavoro qualora non avesse ancora recuperato.   
In effetti, coloro che continuano a correre quando sono troppo stanchi modificano inconsciamente il loro stile di corsa, con un aumento del movimento di fianchi, ginocchia e caviglie e pertanto aumentando il rischio di lesioni.

d - Rispetto del riscaldamento
E’ fondamentale fare un buon  riscaldamento …un’esempio:  15’_20’ di corsa lenta , seguono alcuni minuti di stretching ed esercizi di tecnica di corsa  per con 4_6 allunghi facili di 60_80 m con ritorno indietro in leggera souplesse.  

e - Cross training
Andare in bici e nuotare possono essere usati come mezzi allenanti in alcunbi periodi della stagione in quanto permettono di non caricare sulle articolazioni  , inoltre il semplice fatto di variare le discipline favorisce il riposo attivo di muscoli, tendini e articolazioni utilizzati nella corsa e riducendo pertanto il rischio di lesioni.

f - Core training
Il lavoro "core training", rafforza i muscoli "centrali" e posturali del corpo, vale a dire la cintura addominale . Questi hanno un ruolo importante nell'equilibrare il bacino e la colonna vertebrale, nel sostenere l'intera parte superiore del corpo e nel fornire una buona solidarietà tra gli arti inferiori e superiori proteggendo la parte bassa della schiena. 

g - Frequenza anziché ampiezza
Una grande ampiezza di falcata aumenta la fase di appoggio_spinta e quindi un maggior lavoro muscolare. Al contrario, una falcata più frequente avrà un impatto positivo sulla prevenzione degli infortuni : le oscillazioni verticali diminuiscono, il supporto del piede non viene portato davanti al baricentro, riducendo così la frenata sul terreno e la forza esercitata sul corridore è meno importante ad ogni pressione. 
Nei vari testi si legge che il passo ottimale è di circa 90 cicli del passo completi, ossia  una frequenza del passo ideale di 180 +/- 10 passi al minuto.
Questa è una media perché in parte dipende anche dalla biomeccanica di ogni persona e dal ritmo di gara!

h - Attacco del mesopiede
Gli atleti che in corsa appoggiano per primo il tallone hanno sicuramente  maggiori probabilità di incorrere in un infortunio. Coloro che invece appoggiano sull'avampiede o sulla parte mediana dello stesso  riducono il carico della forza su ginocchia e fianchi o attraverso il tendine rotuleo e femoro-rotuleo questo perché utilizzano prevalentemente piedi, caviglie e polpacci. 
Importante verificare l’usura delle proprie scarpe.

i - La giusta tecnica di corsa
Dedicare 10’_20’ per 2-3 volte a settimana ad esercizi di tecnica di corsa può fare la differenza.
Per tornare poi sul discorso della frequenza , che come abbiamo scritto sopra si dovrebbe aggirare sui 180 +/- 10 passi al minuto, ci si può preparare  in diversi modi come scaricando una musica ritmica a 180 bpm e basare la frequenza del passo su di essa, correre sul tapis roulant e mantenere la frequenza del passo di circa 180 al minuto a diverse velocità di corsa..ecc.

Giovanni Schiavo

Se poi vuoi altre informazioni o hai domande relative ad un programma personalizzato inoltra una mail a giovannischiavo@virgilio.it  

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