giovedì 14 giugno 2018

Correre in discesa


Quando alcuni anni fa mi è stato chiesto di aiutare un’atleta nel redigere un programma di allenamento per il trail l’ho ritenuta un’opportunità in quanto fino ad allora avevo allenato solo atleti per la pista quando ancora stavo a Firenze e poi per correre su strada da quando sono in Veneto. Oltre tutto l’atleta non era proprio una scarsa, ne tanto meno il suo compagno. Fatto sta che ho fatto una prima uscita con loro e a dirla tutta non è che poi mi sia andata tanto bene. Dopo un po’ di tempo ho ripreso a correre , ma la cosa che più mi disturbava non era la salita…ma la discesa. La discesa non sapevo affrontarla. A Firenze c’è un detto che dice “..anche i cocomeri vanno in discesa…”, si vede che io ancora non ero e ne sono un cocomero.
Da ragazzo correre e rincorrersi sulle colline vicino a casa era un gioco…salita con gran fatica, ma ogni qualvolta che si arrivava in cima…bene , giù in discesa. Se si osserva un bambino che corre in discesa si noteranno le braccia aperte nel tentativo, non sempre riuscito, di equilibrare il corpo e le ginocchia alte.
Dovevo migliorare in discesa se poi volevo cimentarmi in qualche breve trail (25_30 km) perché in discesa si può recuperare molto di più che in salita.
A questo punto ho provato , oltre che ad allenarmi correndo qualche volta su discese con poca pendenza a tracciare dei punti per poi essere d’aiuto anche ad altri. Alcuni di questi punti mi sono anche stati suggeriti anche in quelle poche uscite fatte con Lisa, atleta da diversi anni perno della nazionale di ultratrail.           

1. Attenzione ad esagerare
C’è una bella differenza tra saper correre in discesa su strada ed il correre in un bosco dove spesso ci si trova ad affrontare sassi, fango, ghiaia, radici… La differenza sta soprattutto nel dover prestare la massima attenzione ad ogni appoggio. Il prestare attenzione non è un invito ad andare piano e/o rallentare , ma è un invito ad arrivare in fondo alla discesa senza essersi fatti male.    Correre è pur sempre divertimento.

2. Cambia l’appoggio
Se in salita, il consiglio, è quello di fare piccoli passi con appoggio già pronto alla spinta in discesa l’appoggio è per forza di cose davanti al nostro baricentro, i passi sono più ampi cercando di alzare i piedi.  

3. Rallentare…
Il consiglio per affrontare discese ripide o che presentano curve più o meno strette è quello di rallentare già alcuni metri prima portando indietro le spalle ed abbassando il baricentro.

4. Guarda davanti (consigliato dall’atleta)
Lisa, atleta forte a tutto tondo( pianura, salita, discesa)  consiglia che è importante guardare non tanto  dove si mette il piede,ma guardare oltre. Guardare alcuni metri avanti per capire già che tipo di appoggio s’incontrerà e come gestire la cosa. Devo ammettere che provarlo perle prime volte , almeno per me , sembrava strano se non addirittura pericoloso….poi, certo con meno dimestichezza di Lisa, ho provato a vederne  la bontà. In una gara, la Melerissima, ho gestito la parte in salita poi arrivato alla discesa ho iniziato a buttarmi e,  grazie anche all’aiuto di una buona scarpa, via via che i metri passavano mi sono veramente divertito .    

5. Procedere per gradi
Nella corsa in discesa i muscoli lavorano in compressione mentre sono invece abituati a lavorare in estensione, pertanto al termine di una gara o di una discesa molto lunga si potrà avvertire un indolenzimento alle gambe…un po’ di stretching, della corsa leggera in piano e tutto ritorna alla normalità. Da evitare caso mai allenamento in discesa nei giorni che precedono una gara.

Giovanni Schiavo


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