Non esiste la
scarpa migliore, ma quella più adatta
Da quando sono arrivato in Sardegna,o meglio ad
Alghero sono diventato un po’ più tecnologico ( questo la dice lunga sul mio
considerare la tecnologia spicciola applicata alla corsa amatoriale). Bene, ho
cambiato telefono e da questo nuovo “strumento” posso leggere la posta, entrare in internet e
tra le varie conseguenze mi sono inserito in un gruppo whatsapp di amici
algheresi che corrono.
Tra le mille cose serie e meno serie che vi si scrivono e leggono
pochi giorni fa è nata una discussione_confronto sul drop delle scarpe da
running ossia, per essere più chiari sulla
differenza d'altezza tra tallone e avampiede, situazione questa che determina l’inclinazione del piede nella
scarpa .
Tuttavia nella scelta della scarpa occorre
prestare attenzione oltre che al differenziale anche al peso della scarpa
stessa. Si dovrà capire se l’atleta corre su strada o
su sterrato, tipo trail, poiché visto che il “drop” crea un angolo che si
ripercuote anche sulla postura del corpo durante la corsa e può incidere sulla
mobilità della caviglia, minore sarà l’angolo migliore sarà il gioco della
caviglia.
Chi ha un appoggio di tallone avrà bisogno di una scarpa con
un differenziale maggiore, che significa avere una scarpa con una maggiore
ammortizzazione al tallone, a favorire l'impatto a terra, e con una differenza
tacco-punta che favorisca poi la rullata del passo. Chi ha questo tipo di
appoggio, poi, deve considerare la presenza di un sistema di supporto alla
pronazione interna, fenomeno che si verifica solo in chi sviluppa un passo
rullato ( a meno che non soffra di pronazione dovuta dal ginocchio, e qui si va
in casi specifici in cui non basta la scarpa..).
Nelle scarpe con differenziale ridotto, scarpe
da performance o minimaliste, il supporto anti-pronazione manca, in quanto è
presupposto che chi è in grado di usare questo tipo di scarpe, non ha un passo
con appoggio di tallone, ma uno con appoggio mediale o d'avampiede.
Comunque tutto è sempre molto relativo. La
scelta del tipo di scarpa dipende molto dal tipo di atleta, il suo peso, la sua
velocità e meccanica di corsa..
Un’ultima valutazione occorre prestarla al confort
, che è poi la caratteristica più soggettiva di tutte: include il tipo di
calzata, la traspirazione, l'allacciatura... non esiste piede uguale ad un
altro, per dimensioni e per sensibilità stessa del piede.
Chi invece afferma il contrario sostiene invece che è proprio la
sollecitazione legata all’allungamento polpaccio/tendine
d’achille la causa degli infortuni al tendine.
Alcune scarpe poi presentano drop scarsi o addirittura inesistenti, ma con
una suola più alta da terra .
Ripeto la scelta della scarpe è soggettiva.
Se poi un atleta ha intenzione di provare un nuovo tipo di scarpa, sia a
livello di marca, ma anche con caratteristiche diverse ben venga. L’unico
consiglio che mi sento di dare è quello di procedere in modo graduale con l’uso
della nuova scarpa. Caso mai indossarla all’inizio per alcune camminate, poi
alternandola con la vecchia scarpa. Se poi questa ha il differenziale basso o
estremo converrà usarla per lavori veloci (max 1000).
Chi ha ragione?
Tutti e
nessuno allo stesso tempo. Come scritto nel sottotitolo non esiste la
scarpa migliore, ma solo quella che si adatta meglio.
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