Siamo ormai presi
dal misurare tutto per valutare ciò che facciamo che la stragrande maggioranza
dei runners non esce di casa per correre se non ha il suo GPS, il suo
cardiofrequenzimetro o altro ammennicolo …, ma come spesso suggerisco agli
atlelti che seguo, occorre ritornare a correre anche “a sensazione” in modo
tale da imparare a tradurre i segni del nostro organismo.
Come, in molti di
coloro che leggeranno, sono lontani i tempi dove al termine della corsa ci si
prendeva le pulsazioni mettendo le punta delle dita sul polso o alla gola…cosi
valutavamo se avevamo dato l'intensità corretta e nello stesso modo valutavano
se era il momento di ripartire per la prossima ripetuta…tempi passati, certo,
ma la tecnologia non sempre funziona ne tanto meno ha le idee chiare di come è
andata la nostra giornata al lavoro, in famiglia…se è stata pesante o altro.
Occorre tenere quindi
presente che molte informazioni ci vengono inviate direttamente dal nostro
corpo.
Avrete sicuramente valutato che pur correndo ad una stessa frequenza cardiaca(FC)
o ad uno stesso ritmo le sensazioni di ritorno possono essere state diverse, se
non molto diverse, da un giorno all'altro. Dico questo perché il nostro
corpo non ha reazioni standardizzate…e per fortuna ribadisco.
Imparando a correre a sensazione ogni uscita potrà essere
“personalizzata” e l’allenamento verrà adattato
in quantità e qualità allo stato fisiologico del momento. Ogni giorno è diverso.
Non dimentichiamoci poi che la FC rivela lo stato di forma attuale e che varia
nel corso della giornata a seconda della fatica, dell'ora del giorno (mattina,
pomeriggio o sera) e del tuo stato psicologico. Alcuni lavori possono
anche essere impostati basandosi sulla FC.
Il correre a sensazione, anche se non sempre, potrà
essere di aiuto per:
- Evitare infortuni
e/o periodi di sovrallenamento. Esempio: il giorno dopo una sessione
difficile potrai correre a sensazione in modo tale da non mettere a rischio la
seduta di recupero;
- Abituarti a
memorizzare le varie zone di sforzo;
- Riconoscere i vari
segnali del corpo svincolandoti dall’orologio.
Suggerimenti, perché
il fine non è quello di lasciare l’orologio a casa chiuso in un cassetto, ma
iniziare ad associare le diverse sensazioni ai dati visualizzati sullo schermo.
È l'allenamento più
semplice da impostare. Si parte e si corre per un giro del quale sappiamo
la distanza, si corre ad un ritmo presso che costante, senza allunghi , senza
aver problemi di fiato( magari parlando con un compagno) e alla fine la sfida
sarà quella di indovinare la durata dell’allenamento.
· Fartlek:
Il fartlek(deriva
dalla parola svedese fart (velocità) e lek (gioco)) è stato introdotto dall'allenatore svedese Gösta Holmér, al fine di
offrire un metodo di allenamento naturale "ad intervalli" ai suoi
atleti. Consiglio spesso allenamenti dove propongo variazioni dai 30” ai 2’
dove si accelera e dove si recupera a sensazione.Potrà capitare, o meglio
capita, che durante la prima accelerazione l’atleta corra troppo veloce e che
il recupero sia troppo…, ma è grazie a
questi piccoli errori che si migliorerà nella gestione delle sensazioni.
Giovanni Schiavo
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