Come comporre un programma di allenamento_2^ PARTE

Vediamo ora di affrontare il problema inerente la costruzione di un microciclo di allenamento , identificabile normalmente in una settimana di lavoro, ma che per particolari esigenze può essere costituito da un periodo di tempo leggermente più lungo o più corto. Un microciclo può essere così definito: "l’organizzazione nel tempo di più sedute di allenamento che si succedono in modo tra loro coerente". 


E qui vorrei sottolineare fortemente il termine "coerente", troppo spesso infatti ci si trova di fronte a microcicli costruiti in modo a dir poco approssimativo, per non dire totalmente assurdo, nei quali le sedute di allenamento si susseguono secondo il più empirico dei principi ossia: "che cosa possiamo fare oggi?". Non è certamente così che si traggono i migliori frutti dal processo di allenamento.

Come concatenare coerentemente le sedute di allenamento all’interno di un microciclo?

Quello che ci permette di comporre coerentemente le sedute di allenamento all’interno di un microciclo, è la conoscenza della "traccia fisiologica" lasciata dalla seduta di lavoro effettuata e l’eventuale utilizzazione di questa traccia nel corso della seduta successiva.

Come, quando e perché utilizzare le sedute "lattacide"

Le sedute di allenamento che comportino una forte sollecitazione del metabolismo lattacido, come ad esempio un frazionato 20"_20" (20 secondi di lavoro seguiti da 20 secondi di recupero) o 30"_30" ad un’intensità pari al 110_115% della velocità aerobica massimale debbono necessariamente essere effettuate osservando le seguenti regole:

1) lontano dalle gare

Questi tipi di lavoro debbono obbligatoriamente essere effettuati lontano dal giorno della gara_competizione (solitamente  la domenica quindi  il giorno ideale è il martedì o mercoledì). Il lavoro fortemente lattacido comporta infatti l’insorgenza del fenomeno noto come DOMS* il cui picco si manifesta 24-48 ore dopo l'allenamento eseguito. Questo tipo di problema non è da imputarsi ad una difficoltà di smaltimento del lattato prodotto durante il lavoro, e quindi ad una sua presenza a livello muscolare a distanza di uno o due giorni dalla seduta di allenamento (come purtroppo ancora molti credono), ma ad una serie di perturbazioni strutturali che la fibra muscolare subisce nel corso di un lavoro di alta intensità. Il DOMS diviene particolarmente evidente quando il lavoro proposto prevede una forte sollecitazione muscolare di tipo eccentrico, come ad esempio la corsa in discesa o anche quando il lavoro proposto "sorprende" i muscoli sollecitati con lavori inusuali.

2) mai il lavoro alattacido dopo quello lattacido.

Non fare mai seguire ad una seduta lattacida un lavoro alattacido, come ad esempio un allenamento di velocità. Un muscolo affaticato è anche un muscolo fragile e maggiormente predisposto all’incidente. Questo è vero non solamente all’interno della stessa seduta di allenamento, ma anche per quello che riguarda due giorni successivi di allenamento, se il primo giorno l’allenamento è stato particolarmente intenso e quindi fortemente lattacido, il giorno successivo il tipo di allenamento maggiormente indicato è senza dubbio un tipo di lavoro di bassa intensità che solleciti essenzialmente il meccanismo aerobico.

3) la potenza aerobica normalmente non ha grosse "controindicazioni"

Una seduta di potenza aerobica, in linea di massima, può seguire o precedere senza grossi problemi, sia un lavoro lattacido che una seduta nella quale si solleciti prevalentemente il meccanismo anaerobico alattacido. Due punti sono comunque da tener sempre presenti, il primo è che anche durante un lavoro specificatamente rivolto allo sviluppo della potenza aerobica, viene sollecitato anche il meccanismo lattacido e che quindi non si tratta di un lavoro aerobico "puro", ed il secondo è che comunque il fatto di avere per così dire "poche controindicazioni", non giustifica assolutamente il fatto di utilizzare senza una ragione logica questo tipo di sedute di lavoro.

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DOMS è l'acronimo di "Delayed Onset Muscle Soreness", che in italiano significa "indolenzimenti muscolari a insorgenza ritardata"

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